Secondo il Ministero della Transizione Ecologica, due sono le grandi categorie a cui possono appartengono le diverse tipologie di rifiuti: urbani e speciali.
Per distinguere le due categorie non serve condurre un’analisi chimico-fisica dei rifiuti, basta identificare la provenienza dei rifiuti stessi: banalmente, quelli di origine domestica, gestiti dalla pubblica amministrazione, vengono definiti rifiuti urbani.
Essi si distinguono in rifiuti urbani pericolosi (RUP) e rifiuti urbani non pericolosi.
I rifiuti speciali invece, provengono da attività produttive e vengono gestiti da aziende autorizzate allo smaltimento.
Anche i rifiuti speciali si distinguono in due tipologie: pericolosi e non pericolosi.
Con il termine “rifiuti speciali non pericolosi” intendiamo definire tutti quei rifiuti prodotti da attività industriali che non contengono al loro interno sostanze nocive, quali sostanze infette, sostanze tossiche, o meglio, si intendono tutti quei rifiuti categorizzati come non pericolosi secondo la normativa dei rifiuti.
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